Dazi UE sulle auto elettriche cinesi, imposte dal 17,4% al 38,1%: i produttori più colpiti
L’UE ha provvisoriamente introdotto dazi sulle auto cinesi importate dalla Terra del Dragone. La decisione è volta salvaguardare gli interessi dei produttori europei. Ecco la classifica dei produttori cinesi più colpiti da questa misura che, in futuro, diventerà definitiva.
Era nell’aria da un po’ di tempo l’introduzione di dazi per i produttori cinesi che importano veicoli in Unione Europea. I prezzi estremamente bassi delle auto provenienti dalla Terra del Dragone stavano preoccupando e non poco i produttori locali e, quindi, una Commissione UE, nell’ottobre scorso, ha avviato un’indagine che dovrà concludersi entro 13 mesi dall’apertura. Già dopo 9 mesi e, quindi, dal 4 luglio, però, potranno entrare in vigore i dazi provvisori. La tassa è stata giustificata dal fatto che, secondo i risultati preliminari dell’indagine, i produttori cinesi beneficiano di ‘sussidi ingiusti’ da parte del Governo di Pechino.
A seguito della chiusura delle indagini, le parti interessate verranno debitamente informate sui dazi prima che questi ultimi entreranno in vigore. Sprezzante la reazione del Ministro degli Esteri cinesi che accusa l’UE di ledere i propri stessi interessi. Insomma, si tratta di una misura protezionistica volta a tutelare i produttori interni dell’Unione Europea. Nell’attesa della conclusione delle indagini, sono già stati resi noti i dazi provvisori per ogni specifico produttore. Andiamo a scoprire la top 3 di questa classifica.
Dazi UE sulle auto elettriche cinesi: la classifica
Sul terzo gradino del podio troviamo l’ormai famoso produttore cinese BYD che ha sede nella città di Shenzen. Il dazio che la casa automobilistica dovrà pagare per ogni autovettura elettrica importata in UE sarà del 17,4%. Medaglia d’argento, invece, per Geely che pagherà un’imposta pari a 1/5 del valore del veicolo elettrico per poterlo vendere all’interno dell’Unione Europea. Infine, la SAIC Motor, casa automobilistica cinese con sede a Shangai, è la più penalizzata di tutte. Il dazio da pagare ammonta al 38,1% del prezzo del veicolo. Ci sono poi tutta una serie di produttori che hanno collaborato all’indagine e riceveranno un dazio del 21%. Chi, invece, si è rifiutato di collaborare verrà duramente punito: l’imposta sarà del 38,1%.
I produttori cinesi che non sono stati presi in esame potranno chiedere un riesame accelerato. La verifica partirà dopo la chiusura definitiva delle indagini e potrà durare per un massimo di ulteriori 9 mesi. Questa decisione avrà sicuramente un effetto sulla transizione energetica del mondo dell’automobilismo che l’Europa sta cercando di mettere in atto. Già le vendite delle auto elettriche non hanno raggiunto i livelli sperati, nonostante gli incentivi statali, e le case produttrici stanno correndo velocemente ai ripari, riformulando i piani. Ora, si aggiunge anche questa ulteriore novità che sicuramente inciderà negativamente sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina in UE che nell’ultimo anno avevano raggiunti numeri importanti.